Le 6 ore che sconvolsero Seul

La democrazia sudcoreana ha vinto. Le forze del ‘male’ sono state (per ora) sconfitte. Ma per 6 lunghissime ore, la Corea del Sud, vivace e giovane democrazia capitalistica avanzata del Nord est asiatico, e l’intera Asia hanno tremato. A Seul era ritornata l’epoca dei dittatori militari?

I FATTI

I meri fatti. Il 3 dicembre, il Presidente della Repubblica proclama la legge marziale. ‘Per proteggere la democrazia liberale e salvaguardare la sicurezza dei cittadini dalla minaccia delle forze anti-stato (NB. Il presidente le chiama proprio così) che operano all’interno della Repubblica di Corea, sono dichiarate in tutta la nazione le seguenti misure’. Che elenca e il cui elenco è già significativo di per sé: ‘sono vietate tutte le attività politiche, compreso il funzionamento dell’Assemblea nazionale e dei consigli locali, le attività dei partiti politici, le associazioni politiche, le assemblee e le manifestazioni’, ‘tutti i media e le pubblicazioni saranno soggetti al controllo del Comando della Legge Marziale’. Comando immediatamente costituito dal capo di stato maggiore dell’esercito sudcoreano.

Le truppe speciali cercano poi, con gli elicotteri, di occupare il palazzo del Parlamento, l’Assemblea nazionale. Scrive un sito di giornalismo liberale indipendente americano, ‘Alla 77° brigata delle forze speciali era stato ordinato di prendere l’edificio dell’Assemblea nazionale per le 23.00 a qualsiasi costo’*.

E qui emerge subito, diciamo, un ‘problema’: secondo le norme costituzionali, infatti, la dichiarazione della legge marziale deve essere subito notificata proprio all’Assemblea nazionale. E proprio la medesima Assemblea nazionale ne può richiedere la cessazione con un voto a maggioranza.

L'ASSEMBLEA NAZIONALE

La cosa è semplice: se il decreto della legge marziale del Presidente fissa il blocco delle attività dell’Assemblea nazionale come può la medesima Assemblea Nazionale votare sulla stessa convocazione della legge marziale? E se le truppe speciali, su ordine del Comando della legge marziale, assaltano l’edificio del Parlamento, come può lo stesso Parlamento o Assemblea nazionale riunirsi per dibattere sulla legge marziale pacificamente?

Insomma fin dalla sua definizione, la ‘legge marziale’ di Yoon Suk-yeol, (a proposito, il presidente conservatore sudcoreano si chiama così), appare ‘anomala’, o meglio appare come una mera copertura pseudo-costituzionale di un colpo di stato. Decreto della legge marziale e operazione delle forze speciali interferiscono direttamente con la procedura costituzionale di revoca della legge marziale stessa. Viene l’idea che gli atti presidenziali e del Comando della legge marziale in realtà configurino l’ipotesi di vera e propria insurrezione armata contro le istituzioni della Repubblica di Corea. È il delitto più grave per un capo dello Stato che su quella costituzione ha giurato.

L’Assemblea nazionale riesce comunque a riunirsi. ‘Nonostante fossero attrezzate per tagliare l’elettricità, le truppe speciali – scrive quel sito liberale indipendente – arrivano o troppo tardi e furono ostacolate dal personale che improvvisò barricate con sedie, armadi, tavoli, piante e nastro adesivo’. Scrive il giornalista, che sembra ‘una rievocazione moderna quasi allucinata della Comune di Parigi’! In questo modo quasi 200 parlamentari riescono a entrare nell’edificio. L’Assemblea nazionale vota la risoluzione di revoca della legge marziale, con 190 voti a favore, 0 contro. A quel punto il capo dello Stato dovrebbe immediatamente dar corso alla decisione parlamentare. Invece ci vogliono ancora alcune ore prima che Presidente e Comando della legge marziale prendano atto delle prescrizioni costituzionali che impongono il rientro nelle caserme. Il governo si riunisce a annulla definitivamente la proclamazione della legge marziale.

PERCHÈ

La democrazia sudcoreana è salva? Appare evidente che le cose sono difficilissime: la proclamazione della legge marziale senza giustificazione è eversiva. Perché allora il presidente conservatore ha cercato di farlo? Per i gravi disaccordi sulla legge di bilancio e lo stallo politico-istituzionale?

Qui la faccenda entra nel capo delle ‘ipotesi’. È evidente che il presidente conservatore era sotto una fortissima pressione da parte del Partito democratico, (i liberali riformisti coerenti della Corea del sud, DPK), e delle altre opposizioni che hanno il controllo della maggioranza dell’Assemblea nazionale. La Corea del Sud è una repubblica presidenziale e le ultime elezioni parlamentari hanno confermato la maggioranza liberale dell’assemblea, quindi una maggioranza contraria all’amministrazione conservatrice del presidente al potere alla Casa Blu (il palazzo presidenziale di Seul). I liberali all’opposizione contestano moltissime scelte del presidente. Un presidente molto impopolare: secondo alcuni sondaggi solo il 20 per cento circa dei cittadini sudcoreani apprezza le sue politiche. Ma uno stallo politico, uno scontro sul bilancio, può giustificare, anche gli occhi di un presidente in difficoltà per scandali e rischi di impeachment, un colpo di stato (chiamiamo le cose con il loro nome e cognome)?

La Corea del Sud ha una lunga storia di governi e dittature militari autoritarie. La coscienza politica dei sudcoreani è semplicemente impregnata da quella memoria storica. Proclamare su basi del genere la legge marziale, cercando di assaltare il palazzo dell’Assemblea nazionale, è una cosa che subito riporta nella mente dei cittadini quella memoria. Non si può decidere una cosa del genere, casi clinici a parte, per un mero stallo politico o un rischio anche pesante di procedura di destituzione, procedura peraltro già affrontata da altri capi di stato del paese in regime democratico, senza queste derive autoritarie.

GLI STATI UNITI

D’altra parte, gli Stati Uniti cosa sapevano delle intenzioni presidenziali? Un portavoce americano ha negato che Washington conoscesse quelle intenzioni. Ma allora se fosse così, per quale ragione Casa Bianca e Dipartimento di stato, ambasciata americana e Pentagono non hanno immediatamente diffuso un comunicato in cui chiedevano all’esercito di rientrare nelle caserme e al presidente di annullare la legge marziale?

La Corea del sud, è bene ricordarselo, è un paese ‘particolare’: la guerra di Corea, formalmente, non è mai terminata, è stato solamente ‘interrotta’ da un accordo di armistizio. In Corea del Sud sono presenti decine di basi americane e decine di migliaia di soldati americani.

Scrive il sito liberale indipendente, ‘è praticamente impossibile per gli Stati Uniti, per il Pentagono non saperlo. Tutti i precedenti colpi di stato militari hanno avuto via libera dagli Stati Uniti, e questo perché -prosegue – gli Stati Uniti hanno il controllo di fatto su tutte le truppe in Corea del Sud’. Insomma è impossibile che Pentagono, CIA, Dipartimento di stato non sapessero. Ed allora?

Delle due una: o a Washington si sono frullati il cervello non ricordando la storia della Corea del Sud, oppure sapevano e hanno approvato, se non peggio, se non hanno auspicato e programmato il colpo di stato-legge marziale. Perché?

TAIWAN SULLO SFONDO?

Il 3 dicembre, praticamente pochi minuti dopo il fallimento della proclamazione della legge marziale, ‘National Review’ scriveva: ‘l’operazione fallita del presidente sudcoreano Yoon Suk-Yeol di imporre la legge marziale nel suo paese potrebbe avere gravi conseguenze per l’approccio di Seul verso la Cina, Yoon era disponibile a rilasciare dichiarazioni a sostegno di Taiwan’. Taiwan sullo sfondo?

Il DPP, i ‘democratici progressisti’ attualmente al potere a Taiwan, controllano la Presidenza della Repubblica ma non hanno la maggioranza in Parlamento (Nb, ricorda qualcosa…), non hanno peso tempo nel dichiarare il loro sostegno alla legge marziale sudcoreana. ‘Il Parlamento sudcoreano è controllato da forze filo-nordcoreane, per proteggere le libertà costituzionali, il presidente Yoon suk-yeol ha proclamato la legge marziale’. Il 25 marzo scorso, ad esempio, (riporta l’agenzia ‘Yonhap news’) ‘il ‘People Power Party’ (l’attuale denominazione del blocco conservatore al potere) ha accusato il leader dell’opposizione (liberale) Lee Jae-myung di assumere un atteggiamento sottomesso nei confronti della Cina’.

Riuniamo i puntini. La Corea del Sud ha l’esercito più potente fra gli alleati americani nella regione. Ricordiamo che la Corea del Sud inviò un suo contingente, ai tempi della dittatura miliare, nella guerra del Vietnam, a fianco delle forze militari americane. Questo esercito è, in caso di guerra, sotto il comando americano. Il presidente conservatore è favorevole a sostenere Taiwan, nell’ambito della attuale politica americana. Il DPP, partito al potere a Taipei che però non ha la maggioranza in Parlamento in mano invece al KMT, i nazionalisti e ai loro alleati favorevoli ad una politica di intelligente ‘engagement’ verso Pechino, sostiene la legge marziale del presidente sudcoreano. L’opposizione liberale, figlia delle lotte per i diritti umani e contro le dittature militari pro-americane, è anch’essa favorevole ad un approccio di intelligente ‘engagement’ con Pechino.

Il disegno che emerge dalla nebbia a questo punto potrebbe essere sconvolgente: la legge marziale doveva salvare un presidente conservatore (scaricato in parte dal suo stesso partito, il PPP, il cui leader ha sostenuto al revoca del provvedimento), sostenuto a spada tratta da Washington e da Taipei (dal DPP, per essere più precisi), per salvare un ‘impegno’ militare sudcoreano a Taiwan in caso di crisi taiwanese, blocco navale cinese ad esempio. L’opposizione liberale sudcoreana, come peraltro l’opposizione nazionalista taiwanese, entrambe al controllo dei rispettivi Parlamenti, sono contrarie ad un approccio di ‘concorrenza estrema’ con la Cina. E’ così? Gli Stati Uniti hanno sostenuto, o peggio preparato, un colpo di stato a Seul contro le istituzioni di un paese democratico capitalistico chiave per lo sviluppo democratico e pluralistico in Asia orientale, per mantenere un approccio ‘muscolare’ su Taiwan, nonostante quell’approccio sia tutt’altro che arguto e liberale? Urgerebbero risposte, anche perché le voci di nuove proclamazioni di legge marziale si inseguono a Seul.

* fonte www.scheer.com
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