‘DopoMerkel, parliamo di Libia’

Martedì 26 novembre sono uscite, anche in Italia, le memorie di Angela Merkel, a lungo Cancelliera della Repubblica Federale, intitolate ‘Libertà’.
Lettura importante (in queste settimane intense è uscito in Italia un altro libro importante, ‘La Sconfitta dell’Occidente’ di quell’E. Todd, grande storico di Francia, che previde, molti anni prima del 1989, il ‘crollo finale’ dell’URSS) che è stata anticipata da alcuni giornali, in Italia con una intervista al Corriere della Sera.
Qualcuno già ha attaccato la Cancelliera, forse per evitare di parlare e di discutere apertamente e seriamente degli enormi disastri economici (solo per l’Europa???) e geopolitici (per tutto l’Occidente) delle strategie neocon/‘liberal-interventiste’.
Noi, per ora (ma riprenderemo il discorso più ampiamente presto) qui vogliamo ricordare solo alcuni limitatissimi fatti.

IL NORD STREAM

La Germania, sotto il lungo regno di Angela Merkel, aveva continuato a sviluppare il progetto Nord Stream con il secondo gasdotto, il NordStream 2. Tutto ciò ha garantito e avrebbe potuto garantire ampie forniture di gas a prezzi contenuti e stabili per lungo tempo. Le forniture di energia a prezzo sostenibile e stabile era uno dei pilastri della competitività germanica ed europea nel mondo.

Ciò creava un vincolo politico ‘eccessivo’ con la Russia? Sicuramente il gasdotto e la cooperazione energetica con la Federazione Russa erano potenzialmente una potente ‘leva’ geopolitica dell’Europa unita su Mosca. Ma avrebbe dovuto essere intelligentemente usata. Avrebbe, in particolare, dovuta essere usata in un ambito occidentale coeso e completamente al di fuori dalle logiche neocon/liberal-interventiste. Così non è stato: anzi la Germania è stata sottoposta ad una campagna concentrica contro quei suoi legami con la Russia. Che potevano e dovevano essere ‘migliorati’ per essere più incisiva, ma non avrebbero dovuto essere abbattuti, almeno questa è la nostra mera opinione.

Ma comunque per amore di discussione (così si fa nei dibattiti argomentativi della ‘società aperta’), accettiamo l’ipotesi che un tale legame energetico di Berlino con Mosca abbia creato uno squilibrio politico a favore della Russia. In questa ipotesi, era uno squilibrio che doveva e poteva essere contenuto o ribaltato. Ovvero ‘bilanciato’ per esempio con rapporti stretti con altri grandi fornitori di petrolio e gas a prezzi contenuti e stabili (bisogna fare attenzione al concetto ‘gas e petrolio a prezzi contenuti e stabili’: esso è un concetto decisivo e ma sostanzialmente inesistente ‘piano per la competitività’, definito da un autorevole esponente ‘il compendio’….).

LA LIBIA

C’era un grande fornitore di petrolio e gas, potenzialmente ‘bilanciatore’ delle forniture russe, proprio ai confini più vicini dell’Europa: aveva (ha) enormi riserve di petrolio e gas; era (è) la porta di ingresso naturale anche per una grande regione del mondo, anch’essa con ingenti riserve di petrolio e gas. Parliamo della Libia, il vecchio e caro ‘scatolone di sabbia’, e della West Africa, cioè Nigeria e golfo di Guinea.

Ritorniamo con la mente al 2011, un anno terribile per l’Italia per diversi aspetti e crisi. La NATO e la coalizione Usa (il presidente era Barack Obama, ma il segretario di stato era la signora Clinton)-GB-Francia decide di eliminare il regime del dittatore Gheddafi.

L’Italia, che per ovvie ragioni aveva legami storici con la Libia, nonostante le perplessità dell’allora presidente del consiglio, si accoda alla coalizione di guerra. La Libia viene bombardata, il regime abbattuto, Gheddafi massacrato (uno ‘spettacolo di merda’ lo definì poi un protagonista molto importante, se ricordiamo bene). Ma la Libia fu completamente destabilizzata.

La Libia che poteva essere l’altro nostro grande fornitore di petrolio e gas ‘bilanciando’ la Russia, sia direttamente con le sue ingenti riserve, sia indirettamente come terminal dei corridoi strategici west-africani, divenne un Regno del Caos. Ripercorriamo con molta attenzione, paesi e leaders dell’epoca e le rispettive posizioni nella vicenda. I favorevoli a quel tipo di intervento furono il governo britannico, l’amministrazione democratica americana (in particolare, il segretario di stato dell’epoca) e, sembra per motivi fortemente personali, il presidente francese N. Sarkozy. Grazie al governo britannico e all’amministrazione democratica americana, l’Europa non ha potuto avere l’alternativa del fornitore libico alla porta di casa, anzi proprio sull’uscio! Mentre, dall’altra parte, il presidente del consiglio italiano dell’epoca (per la cronaca un certo Silvio Berlusconi) e la Germania erano perlomeno ‘perplessi’ (la Germania non votò la relativa risoluzione in sede ONU).

I FATTI SONO DURI A MORIRE

Dato che i disastri (neocon/liberal-interventisti) non vengono mai soli, proprio quella politica sulla Libia ha aperto oggi la porta alla strategia di accerchiamento della NATO da sud da parte russa (l’Alleanza del Sahel, anzi l’asse che va dal Senegal al Ciad e Sudan). I fatti sono durissimi a morire, anche se neocons e liberal-interventisti (i ‘progressisti pro-guerre infinite’ sono ‘liberal-interventisti’ o ‘liberal-imperialisti’?: il liberalismo democratico e sociale e il liberalismo economico di mercato comunque sono tutt’altra cosa!!!) non amano i fatti e viene il sospetto che essi preferiscano il ‘Ministero della Verità’.

LINK UTILI:
LIBRO MERKEL
LIBRO TODD
FRAU MERKEL – REGINA MADRE D’EUROPA

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