Elon Musk, Spazio Ultima Frontiera

Elon Musk, il capitalista monopolista più ricco al mondo, si appresta a diventare anche il capitalista tecnologico più potente sul pianeta, grazie alla sua relazione strettissima con il presidente eletto Donald Trump. Musk, profeta del secondo Trump, si potrebbe dire. Ma anche Musk il ‘visionario’ all’ultima frontiera, lo spazio.

L'IMPERO

Sull’impero capitalistico di Elon Musk le stelle della galassia non tramontano mai, si vedono sempre costellazioni splendenti. Basta andare su Wikipedia per rendersene conto. Nel 1995 Musk fonda Zip2 che vende a Compaq, investe il ricavato in una nuova impresa X.com che poi si fonde con Confinity: nasce così PayPal, sigla diffusissima, basta girare un po’ per l’Esquilino. Nel 2002 entra in Tesla Motors, che si chiama così in onore ad un grandissimo inventore, Nikola Tesla, azienda leader nei veicoli elettrici. Poi, nell’impero, troviamo SolarCity, specializzata nel fotovoltaico; Hyperloop, sistema fantascientifico di trasporto ad alta velocità; OperAI, compagnia del settore dell’Intelligenza artificiale; The Boring Company, azienda di infrastrutture che vuole creare reti di tunnel sotterranei, infine Twitter, che non abbisogna di specificazioni. Un Impero dove si vedono sempre le stelle della galassia, appunto. E poi c’è Neuralink, start up di neuro-tecnologia con la quale entriamo dritti dritti nel campo della science fiction dell’universo cyberpunk, con lo sviluppo delle interfaccia neurali. Lo stesso Musk, il 24 gennaio 2024, ha annunciato che l’azienda aveva installato il suo primo chip nella testa, meglio nel cervello di un umano. Siamo nel mondo di ‘Neuromante’ di William Gibson.

IL PROGETTO MARTE

Ma è con SpaceX, ovvero Space Exploration-Technologies Corporation, azienda che ‘aiuta’ la NASA e i privati nello spazio, che ci immergiamo completamente nell’universo cyberpunk della ‘Matrice Spezzata’ di Bruce Sterling e nel ciclo di Marte di Kim Stanley Robinson. L’impresa infatti è al centro del programma più ardito di Elon Musk, la conquista e la colonizzazione di Marte. La ‘visione’ di Musk prende qui corpo interamente. È almeno dal 2001 che Musk si sente impegnato nel progetto Marte, almeno è da quella data che ne parla alla ‘Mars Society’. Il piano è quello di fondare un insediamento umano sul pianeta rosso e una colonia autosufficiente. L’obbiettivo sarebbe quello di far crescere l’umanità fuori dal suo pianeta natio e di avere una potenziale seconda casa per la civiltà nel caso, tutt’altro che implausibile, che le cose si mettessero davvero male sulla Terra. Un piano grandioso, quindi. Il cui vero obbiettivo, a parte ovviamente la ‘visione’, è assai probabilmente quello di sviluppare una nuova gigantesca ondata di innovazioni tecnologiche e organizzative, q della che alcuni scrittori di science fiction post-cyberpunk italiana chiamano la ‘cuspide tecnologica’.

Dovrebbe essere chiaro, infatti, che andare su Marte implica problemi immensi la cui soluzione, una soluzione funzionante, richiede innovazioni da tutte le parti. l’organizzazione successiva di una colonia autosufficiente impone anch’essa moltissime innovazioni, ed anche una organizzazione sociale e un ordinamento politico peculiari: economia circolare, tutto deve essere riciclato lassù, e democrazia diretta, tutti devono sentirsi pienamente partecipi del progetto direttamente.

Come si vede, siamo dentro una ‘visione’ con tante contraddizioni, ma che imporrebbe, se verrà implementata, una ondata enorme di innovazioni tecnologiche, capitalistiche, istituzionali. Proprio l’ondata di innovazioni tecnologiche costituisce il prodotto più prezioso del progetto Marte. La Cina sta scalando con successo la vetta dei brevetti e delle innovazioni; gli Stati Uniti alla fin fine sono largamente in deficit nella bilancia commerciale, segno di ‘contraddizioni forti’ nel capitalismo Usa, con attivi, armi a parte, nei servizi finanziari (legati come è ovvio al ruolo del dollaro) e nei brevetti. Inutile sottolineare che l’ondata di innovazioni marziane può contribuire enormemente ad un nuovo ruolo mondiale degli Stati Uniti, forse (si spera…) con meno armi e senza un dollaro monopolistico a livello globale.
La ‘visione’ di Elon Musk comincia ad acquisire un significato geopolitico molto rilevante. Siamo alle prese con un percorso della grande trasformazione capitalistica di importanza primaria. Per l’impero di Musk, ovviamente; per gli Stati Uniti che devono vedersela con l’emergere di un ‘Mondo Novo’ ove il dollaro non potrebbe avere il ruolo globale di un tempo; per il mondo intero, anzi per l’intero sistema solare.

CINA PIU' RUSSIA

Elon Musk peraltro non è solo in questi programmi di ‘spazio, ultima frontiera’. La Cina, (con la Russia), non è da meno, tutt’altro. Ne parleremo adeguatamente in una prossima Nota, qui basta ricordare che la Repubblica Popolare intende giungere su Marte con una missione senza equipaggio per riportare campioni di suolo marziano, attorno al 2028, comunque fra pochi anni. Non solo: il 13 giugno scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato l’intesa di cooperazione con la Cina per la costruzione di una base lunare, la ‘Stazione di ricerca lunare internazionale’. E Pechino coinvolge nei suoi programmi lunari anche paesi amici degli Stati Uniti come l’Egitto e l’emirato del Bahrein, guarda caso entrambi paesi musulmani.

Insomma la Cina, assieme a Russia e mondo musulmano, è già da tempo in campo per la grande partita dello spazio. Elon Musk intende anch’egli competere alla pari. I programmi sino-russi produrranno anch’essi, ovviamente, una grandissima ondata schumpeteriana di innovazioni (ne parleremo prossimamente per cercare di capire di che cosa si tratta…). Elon Musk non vuole lascare il campo solo a Cina, Russia, mondo musulmano.

Il forte sostegno di Musk al secondo mandato di Trump rientra in questa logica. Musk è sostenitore delle energie rinnovabili e della lotta al cambiamento climatico, e d’altra parte le ragioni sociali di larga parte delle sue aziende lo dimostra; fino a pochi anni or sono, era un duro critico del primo Trump, che ha deciso di sostenere con tutto il suo potere capitalistico dopo il primo attentato subito dall’allora candidato alla Casa Bianca. Ma ora Musk è diventato l’Ombra di Trump, il suo consigliere politico fidato, l’uomo che ha mille rapporti globali e grazie al quale può bypassare i canali ufficiali o clandestini del potere americano, il Congresso degli Stati Unti, CIA e Dipartimento di stato. I segnali di un ruolo geopolitico in prima persona del capitalista monopolista ci sono tutti, dall’Ucraina al Medio Oriente a Taiwan.

Ovviamente viene da chiedersi se la linea politica della futura amministrazione americana sarà dettata da Elon Musk o da Marco Rubio e dalla vastissima schiera di falchi antiCina della nuova amministrazione…

IL DISEGNO CAPITALISTICO DI MUSK

Il disegno di Musk inizia, secondo noi, quindi a delinearsi: Elon Musk alla guida del nuovo Dipartimento dell’efficienza federale, può imporre una drastica revisione e riduzione della spesa di molte agenzie e programmi federali. Con una misteriosa impresa la Palantir Technologies, azienda del campo delle piattaforme di intelligenza artificiale, può forgiare una ri-organizzazione indispensabile dopo l’Ucraina dell’intero settore della difesa americano. Revisione delle spese federali, riorganizzazione del settore della difesa: sorge l’idea che Musk intenda, con la sua stretta relazione con il presidente eletto degli Stati Uniti, cercare di attuare una grande ri-allocazione delle risorse federali, economiche e umane, in funzione di una nuova posizione globale degli Stati Uniti.

Uniamo i puntini (seguendo la nostra ipotesi): da un lato, c’è un programma, quello marziano, che produce una nuova ondata di innovazioni ad ampio spettro; dall’altro lato, abbiamo una profonda ri-allocazione delle risorse umane ed economiche del governo federale americano. Per questo signore, le crisi per l’Ucraina, Taiwan eccetera eccetera tendono ad essere ostacoli al suo progetto di trasformazione capitalistica.

D’altra parte l’attuazione della ri-allocazione delle risorse federali e lo stesso programma marziano richiederebbero un accordo politico sostanziale con Cina e Russia: per comprare tempo e per evitare inutili destinazioni di risorse per attività non pertinenti. Il quadro, anzi il trittico diventa chiaro, a nostro avviso: programma marziano per un nuovo ciclo schumpeteriano di innovazioni, ri-allocazione di risorse umane e economiche del governo federale per avere sufficienti appoggi, accordi internazionali per gestire il tutto.

MUSK IL CINESE

Per comprendere meglio la questione basta ricordare la relazione che Elon Musk ha con il mondo cinese. Il 28 aprile scorso, Elon Musk annulla un incontro con il primo ministro indiano Narendra Modi per incontrare il primo ministro cinese Li Qiang per discutere di affari riguardanti Tesla In Cina. La più importante fabbrica Tesla in Cina è a Shanghai; il primo ministro cinese è stato segretario del Partito comunista cinese a Shanghai, designato nell’ottobre del 2017 (19° congresso del Partito). Insomma un vecchia rapporto, viene da pensare. Ma la relazione di Musk con il mondo cinese sembra avere anche un altro fondamento familiare: la mamma. La mamma di Musk è molto famosa in Cina. Solo a dicembre, lo scorso dicembre Mamma Musk ha partecipato a un pranza dj gala a Hangzhou, capitale dello Zhejiang, la provincia dove è stato, guarda il caso, nel 2011, segretario per gli affari politici e legali, Li Qiang prima di diventare presidente della provincia storicamente più aperta della Cina. Insomma Elon Musk e Li Qiang si conoscono e si conoscono molto bene. Possiamo dire che è la ‘China connection’ di Musk. Molto utile probabilmente nella sua nuova attività di segretario di stato-consigliere per la sicurezza nazionale ombra di Donald Trump.

Ovviamente viene da chiedersi se la linea politica della futura amministrazione americana sarà dettata da Elon Musk o da Marco Rubio e dalla vastissima schiera di falchi antiCina della nuova amministrazione; anche se in caso di ‘contrasti’ tra Musk e Rubio, abbiamo qualche idea vaga su chi prevarrà, almeno dentro la Casa Bianca. In questo quadro acquisiscono più senso ipotesi di eventuali negoziati e trattative politiche internazionali.

Comunque sia, a questo punto il quadro è più chiaro: Elon Musk ha un disegno capitalistico in testa molto rilevante. E ha in testa, secondo noi, un tridente: il programma marziano, la ri-allocazione delle risorse federali, umane e economiche, percorsi di accordi politici con Cina e Russia anche grazie al suo ruolo nell’amministrazione di Donald Trump. È un tridente ‘interessante’. Non ci pare comunque che questa impostazione sia coerente con quella dei falchi antiCina e antiRussia di cui è zeppa l’amministrazione Trump 2. Solo il prossimo futuro ci dirà come stanno effettivamente le cose.

MUSK E L'EUROPA

Due ultimissime considerazioni. La prima riguarda l’Europa. In questo quadro di sviluppo nell’’Ultima frontiera’ fra Cina più Russia-mondo musulmano e l’impero-partito di Elon Musk, che fa l’Europa? Decide di giocare la partita dello ‘spazio ultima frontiera’, oppure si riduce al ‘compendio’ di Mario Draghi e al debito comune per spese di guerra stile Francesco Giavazzi? Appare evidente che bisognerebbe scegliere: o si aumentano le spese di guerra o si mette mano a un programma per il futuro ad esempio proprio con l’’esplorazione dello spazio’ (uso le parole del Governatore Fabio Panetta) al centro.

Le spese militari, il cosiddetto ‘keynesismo militare’, era già discutibile al suo tempo ma aveva comunque un dato di realtà; oggi con le economie in cerca di una nuova integrazione capitalistica globale, appare fuori tempo. Le spese di guerra sono massicciamente inefficienti per la semplice ragione che sono sempre in regime monopolistico di stato per programmi che non dovrebbero mai essere usati (è sintomatico che alcuni ‘pseudo-liberisti’ alle volpone oggi si siano disvelati per iper-statalisti militaristi…); gli investimenti nello spazio devono funzionare e funzionare molto bene o fanno la fine del programma shuttle della NASA.

D’altra parte se si vuole (per ragioni estranee all’economia, ma relative alla politica internazionale) spendere di più per la ‘difesa’, per quanto riguarda l’Europa, sarebbe decente, prima di qualsiasi aumento di risorse, riuscire a spendere bene gli attuali stanziamenti a livello nazionale, coordinandosi fra i più importanti paesi europei. Mettere più soldi negli attuali settori nazionali della difesa francamente è semplicemente sbagliato. Dunque l’Europa, secondo noi, deve scegliere, o meglio i suoi cittadini sovrani devono poter scegliere fra un programma per il futuro o un nuovo enorme debito per spese altamente improduttive, stile Giavazzi.

MUSK E LA SINISTRA

Poi c’è un’altra ultimissima considerazione. Musk e la sinistra. Il capitalista monopolista negli ultimi giorni è stato protagonista di durissimi attacchi alla sinistra europea. Lasciamo stare lo scontro al calore bianco fra Musk e il primo ministro britannico (a proposito, la Gran Bretagna è ancora più in crisi di Germania e Francia, nonostante non abbia l’euro e invece abbia una relazione speciale con gli Stati Uniti: come la mettiamo?).

Musk ha insultato i leader tedeschi di sinistra, Cancelliere e Presidente della Repubblica Federale. Gli insulti sono inaccettabili. Ma la socialdemocrazia tedesca, erede della grande tradizione del revisionismo socialista, forse dovrebbe elaborare un pensiero diverso sul ruolo di un Elon Musk. Una elaborazione innovativa ci pare indispensabile e certamente non è nelle corde di un partito militarista ed anti-europeo come i Grunen: dovrebbe essere la storica SPD a farsene carico, secondo noi. Per il bene dell’Europa, e della Germania. Ricordo solo che Elon Musk ha espresso, oltre a tendenza ultra-reazionaria, anche molte idee progressiste nel tempo: sicuramente sbagliamo, ma la sua ‘scoperta’ della AfD e di altre formazioni della destra nazionalista in Europa, ci ricorda tanto la definizione di Enrico Mattei, ‘uso il MSI un taxi’. Forse serve (alla SPD in primo luogo) un po’ di creativo ‘pensiero laterale’ per affrontare il capitalista monopolista della tecnologia e dello spazio. ‘Spazio ultima frontiera’ come dice il mantra di Star Trek!!

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